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IL TOMBOLO DI SANTA PAOLINA (Avellino)
A Santa Paolina, a due passi da Avellino, la lavorazione del Tombolo o del "pizzillo" ha
origini secolari ed è un'occupazione tipicamente femminile. Le bambine dai 6 anni in su
possono iniziare con facili disegni, per poi passare a quelli più impegnativi che
richiedono l'uso di diversi fuselli.
A Santa Paolina sono chiamati "tommarielli" e non sono altro che dei
bastoncini di legno intagliati sulla cui estremità superiore viene avvolto il filo di
cotone con il quale si esegue il lavoro. Filo che in genere è di colore bianco o
ecrù, anche se raramente si trovano lavori eseguiti con fili colorati. Per poter lavorare
un pizzo o un merletto a tombolo, occorre un cuscino di paglia, in genere di forma
cilindrica, che viene poggiato su uno scanno. Sul cuscino si fissa un cartone sul quale si
è già disegnato o tratteggiato con dei piccoli fori, il disegno che si vuole realizzare.
Poi si fissano al punto iniziale, con due o tre spilli, tutti i tommarielli
indispensabili per quel lavoro, alcuni dei quali sono tenuti in mano dalla pizzillara,
altri lasciati penzolare dal cuscino. I due fili estremi compiono una corsa in avanti e
indietro, mentre quelli centrali restano fermi per essere intrecciati dal cammino sinuoso
dei fili estremi. Attraverso il loro abile uso ed intreccio, piano piano viene fuori il
merletto o pizzo che può avere una trama più o meno larga. Sono due i tipi di
lavorazione che si
eseguono a Santa Poalina ed anche i disegni cambiano a
seconda se si usi la tecnica antica o quella moderna. La prima è un intreccio che parte
da un minimo di 50 fuselli ma che può arrivare anche a 238 se si vuole realizzare la
cosiddetta foglia d'uva,che è uno dei motivi caratterizzanti il tombolo di Santa
Paolina, insieme alla spina di pesce, alla storta,alla via nova e
al rummolillo. Anche se fino a poco fa si credeva che il tombolo fosse lavorato
esclusivamente a Santa Paolina, oggi ci si è dovuti ricredere, visto che anche in tante
altre città europee esiste la stessa lavorazione. Ciò che però è esclusiva di santa
Poalina sono i disegni della lavorazione antica che prende spunto da motivi che si
richiamano prevalentemente alla natura, come la foglia d'uva, la spina di
pesce e la via nova che, invece, copia il profilo a tornanti della vecchia
strada per Foggia. La storta è una trama che non
segue un disegno preciso, mentre il rummolillo è
un motivo geometrico a rombi. Nella tecnica moderna, invece, il numero dei fuselli è
decisamente inferiore. Ne occorrono circa quattordici e comunque sempre in numero pari. In
questo tipo di lavorazione è possibile avere una trina che rappresenta l'intreccio di
base, sul quale si costruisce poi una vera e propria trama realizzata con i torcini
(un filo attorcigliato), le rosette ( un disegno a tre petali di cui due a trina
e uno a torcino), oppure a mezza passata, ottenuta facendo muovere solo
uno dei due fuselli estremi ed ottenendo così una trama forata. E' possibile anche
realizzare il cosiddetto cantù o cacchiariello che è un particolare
disegno che forma delle volute intorno al lavoro realizzato, quasi per completarlo ed
abbellirlo. Nella lavorazione moderna, ideato il disegno, lo si riempie con una trina che
corre su e giù anche formando delle volute. I vuoti lasciati tra le trine vengono
riempiti dalle legature, cordoncini
applicati ad uncinetto nel momento in cui si
termina una parte di disegno o di lavorazione con i tommarielli. Le legature,
tipiche solo del tombolo moderno, hanno lunghezze che possono variare dai 2 mm ai 2 cm ed
essere semplici o multiple. I pizzilli possono essere usati sia come bordi che
come applicazioni. In questo caso il pizzo realizzato si fissa, ad esempio, su una
tovaglia o su un lenzuolo di lino e lo si applica con ago e filo formando un vero e
proprio cordoncino. Poi si taglia la stoffa al di sotto lasciando così il disegno
traforato.
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